Putin e il culto della morte

Vladimir Putin, 2014: “La nostra nazione come un aspirapolvere ha attratto a sé rappresentanti di varie nazioni, etnie e nazionalità. Su questa base è stato fondato non solo il nostro codice culturale comune, ma anche un codice genetico estremamente potente… Morire per i propri amici, per il proprio popolo, e usando un linguaggio moderno, per la Patria. In questo risiedono le radici profonde del nostro patriottismo.


Oggi, 17 aprile 2014, durante “linea diretta”, il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha risposto a una domanda da lui stesso selezionata tra un gran numero di lettere: “Che cosa sono per Lei l’individuo russo, il popolo russo? I suoi lati positivi e quelli negativi, i punti di forza e debolezza”.

“Alcuni specialisti ritengono che il popolo, come comunità di persone, non possieda alcuna particolarità. Secondo loro, tali peculiarità appartengono al solo individuo concreto. È difficile per me essere d'accordo con questa posizione", ha dichiarato Vladimir Putin, "Perché se le persone usano una sola lingua, vivono all'interno di un unico Stato, su di uno stesso territorio, hanno valori culturali comuni, una storia comune, in fin dei conti, un clima specifico... Beh, non possono che esserci dei tratti in comune. Per quanto riguarda il nostro popolo, la nostra nazione come un aspirapolvere ha attratto a sé rappresentanti di varie nazioni, etnie e nazionalità. Su questa base è stato fondato non solo il nostro codice culturale comune, ma anche un codice genetico estremamente potente. Perché nel corso di tutti questi secoli e millenni è avvenuto un cambio di geni. Tale codice genetico è certamente uno dei nostri principali vantaggi concorrenziali rispetto al mondo esterno. È molto versatile e costante. Noi non ce ne rendiamo nemmeno conto, ma certamente esiste.

A mio parere ci sono, ovviamente, alcune peculiarità, basate su punti di riferimento valoriali. Una persona russa, o, in modo più generale, un individuo del mondo russo, prima di tutto pensa che ci sia una predestinazione morale superiore per l’individuo stesso. Un qualche principio morale più elevato. Pertanto, la persona russa, del mondo russo, non è più rivolta verso sé stessa (anche se nella vita di tutti i giorni pensiamo tutti a come vivere in maniera più agiata, sana e ad aiutare la nostra famiglia), ma verso l'esterno. I valori occidentali consistono proprio nel fatto che la persona vive in sé stessa, dentro di sé, il suo successo è un successo personale. E la società valuta questo fatto positivamente: “Quanto più una persona ha successo, più è migliore”. A noi ciò non basta. Persino le persone molto ricche dicono: “Beh, ho guadagnato milioni, miliardi. E adesso?”. È pur sempre direzionato verso l'esterno.

Mi sembra che solo tra la nostra gente sarebbe potuto nascere il detto “in pubblico anche la morte è bella”.  Com’è possibile?  La morte è orrore. No, viene fuori che non lo è. Cosa significa "in pubblico"?  Significa morire per i propri amici, per il proprio popolo, e usando un linguaggio moderno, per la Patria. In questo risiedono le radici profonde del nostro patriottismo. Da qui proviene l'eroismo di massa in tempo di conflitti e guerre, e persino il sacrificio di sé in tempo di pace. Da qui derivano il cameratismo e i nostri valori familiari.

Certo, siamo meno pragmatici e calcolatori dei rappresentanti degli altri popoli. Ma, in compenso, possediamo un’anima più ampia. In questo si rispecchia anche la grandezza della nostra nazione, la sua immensa estensione. Noi siamo d’animo più generoso. Non voglio offendere nessuno, dopotutto molti popoli hanno i loro punti di forza, e questo è certamente il nostro. Al giorno d’oggi avvengono scambi attivi, tanto genetici, quanto informativi e culturali. Abbiamo di che prendere dagli altri popoli di prezioso e utile. Ma abbiamo sempre fatto affidamento sui nostri valori, e questi non ci hanno mai deluso. E ancora ci torneranno utili.”

Mosca, 17 aprile 2014 – Agenzia d’informazione Regnum

Traduzione di Leonardo Arrighi, studente di Lingue e Letterature europee e americane presso l’Università di Roma Tor Vergata

https://regnum.ru/news/1792501