La violazione della libertà accademica nello spazio ex sovietico

in particolare il caso della Russia e del suo declino identitario e nazionalista all’insegna dei “valori tradizionali russi” e del rifiuto dei valori e delle tradizioni dell’”Occidente collettivo”

La violazione della libertà accademica nello spazio ex sovietico, in particolare il caso della Russia e del suo declino identitario e nazionalista all’insegna dei “valori tradizionali russi” e del rifiuto dei valori e delle tradizioni dell’”Occidente collettivo”[1]

Angela Di Gregorio, Università degli Studi di Milano

L’involuzione autoritaria in atto in Russia da diversi anni, ed ulteriormente aggravatasi in senso nazionalista dopo l’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022, ha delle ricadute evidenti anche sulla libertà accademica, e più in generale sul sistema di istruzione e sull’esercizio delle libertà fondamentali. Ciò riguarda sostanzialmente due profili: da un lato l’accentuazione dei contenuti militaristici e nazionalistici in tutto il sistema dell’istruzione, da quello di base a quello universitario[2] (si veda ad esempio l’introduzione di un corso di indottrinamento chiamato “conversazione sulle cose importanti”)[3], e dall’altro il silenziamento delle voci dissidenti rispetto alla politica aggressiva nei confronti dell’Ucraina e dell’Occidente in generale[4]. A questo sconfortante quadro interno hanno purtroppo fatto eco alcuni errori di prospettiva della comunità internazionale (sanzioni cieche e indiscriminate) che hanno peggiorato la situazione dell’accademia russa di fatto contribuendo pesantemente al suo isolamento, con qualche eccezione nei confronti degli intellettuali fuggiti per motivi politici. Infatti, dopo l’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022 ha iniziato a verificarsi un esodo consistente di accademici ed intellettuali dalla Russia, anche perché le continue modifiche al codice penale hanno progressivamente reso impossibile non solo qualunque tipo di manifestazione di dissenso rispetto alla politica militaristica del regime ma anche qualunque tipo di collaborazione con enti e persone straniere all’insegna delle restrizioni nei confronti degli “agenti stranieri”, mentre l’organizzazione universitaria e scolastica è stata sottoposta a un regime ancora più restrittivo[5].

Dal punto di vista delle istituzioni accademiche, va tuttavia considerato che negli ultimi anni si erano manifestate tendenze contrastanti. Da un lato la repressione in generale della libertà di espressione aveva raggiunto anche il mondo accademico[6], dall’altro era in atto un tentativo della dirigenza russa di accreditarsi presso il mondo accademico e della ricerca internazionale anche per attrarre fondi e studenti dall’estero. Con lo scoppio della guerra la chiusura quasi totale delle relazioni con l’Occidente (sia a causa delle sanzioni occidentali che delle contro sanzioni russe) ha prodotto uno spostamento significativo delle collaborazioni da Ovest ad Est, verso paesi come Cina, Iran e India. L’impoverimento dei contenuti a causa delle restrizioni ideologiche e “valoriali” è ovviamente massimo nell’ambito delle scienze umane e sociali[7].

Venendo più specificatamente alla guerra in corso, vi sono una serie di aspetti ideologici che riguardano la narrativa di regime. Significativa è l’adozione di alcune leggi di contenuto chiaramente ideologico che sembrano riportare la Russia ai tempi più bui del periodo sovietico. Si veda la nuova versione della legge sugli agenti stranieri[8] e la nuova concezione della politica estera della Russia[9].

Per quanto riguarda il primo provvedimento, dal primo dicembre 2022 è entrata in vigore una versione “consolidata” di tale normativa, ossia la legge «Sul controllo sull’attività delle persone che si trovano sotto influenza straniera». La legge prevede che possa essere considerato “agente straniero” la persona che abbia ricevuto un sostegno dall’estero o che si trovi sotto influenza straniera e svolga in Russia attività politica, raccolta di informazioni finalizzate nell’ambito delle attività militari, o tecnico-militari, oppure diffusione di informazioni e materiale per un ampio gruppo di persone. Gli agenti stranieri possono essere persone giuridiche russe o straniere, ong, persone fisiche indipendentemente dalla cittadinanza. Per influenza straniera si intende: «l’attribuzione da parte di fonte straniera di sostegno o la manifestazione di influenza sulla persona, anche attraverso costrizione, convincimento o altri metodi» (art. 2). Per sostegno si intende la concessione di mezzi monetari o di altri beni ed anche di supporto metodologico-organizzativo, tecnico-scientifico o di altro genere. Le “fonti straniere” possono essere Stati o organizzazioni straniere, incluse quelle internazionali, strutture senza costituzione di persona giuridica come pure cittadini di altri paesi ed anche persone giuridiche e cittadini russi che già percepiscono un finanziamento o sostegno dall’estero. Gli agenti stranieri hanno l’obbligo di informare dell’esistenza di tale status i propri dipendenti e gli organi del potere pubblico cui si rivolgono per chiedere la protezione dei propri interessi. Hanno anche l’obbligo di inserire una apposita etichetta sui materiali da essi prodotti. Gli agenti stranieri non possono effettuare tutta una serie di attività, tra le quali quelle che rivestono una funzione pubblicistica (lavorare nel servizio statale o municipale, far parte delle commissioni elettorali), organizzare manifestazioni pubbliche, svolgere attività educative o di informazione nei confronti di minorenni, partecipare alle gare per fornire servizi agli organi statali o municipali, etc. Gli agenti stranieri non possono neanche insegnare all’Università. L’elenco degli agenti stranieri è collocato presso il Ministero della giustizia. Si prescrivono responsabilità di tipo amministrativo, penale e di altro genere per la violazione delle disposizioni di legge ma sono altresì previste le modalità per essere cancellati dall’elenco (cessare di ricevere fondi dall’estero o cessare l’attività politica).

Per quanto riguarda la Concezione della politica estera della Russia, anche qui c’è una parte valoriale e sovranista che completa nella narrazione “esterna” la virata autoritaria e che conferma il riferimento ad una peculiarità storico-culturale della Russia da proiettare in tutto il sistema di istruzione[10].

Particolarmente significativa per il sistema di istruzione è l’approvazione, con editto presidenziale n. 809 del 9 novembre 2022, delle «Basi della politica statale per la conservazione e il rafforzamento dei valori spirituali e morali tradizionali della Russia»[11]. Uno degli aspetti più rilevanti del documento (che nelle fonti del diritto della Russia costituisce una sorta di documento programmatico e di indirizzo), è quello di legare la tutela dei valori tradizionali della Russia alla sicurezza nazionale, legame che rappresenta un ulteriore aspetto di strategia politico-militare e geo-politica. Ciò è detto in maniera esplicita: «Le presenti basi sono un documento di pianificazione strategica nella sfera dell’assicurazione della sicurezza nazionale della Federazione di Russia» (punto 1). Si specifica poi che i valori tradizionali sono «gli orientamenti morali che formano la visione del mondo dei cittadini della Russia, trasmessi di generazione in generazione, e che sono alla base dell’identità civile panrussa e dello spazio culturale unitario del paese, che rafforzano l’unità civica, e che trovano la loro unica ed originaria manifestazione nello sviluppo spirituale, storico e culturale del popolo plurinazionale della Russia» (punto 4). Tra questi valori rientrano, tra gli altri (punto 5): il patriottismo, il servizio alla Patria e la responsabilità per le sue sorti, la famiglia solida, la superiorità del morale sul materiale, il collettivismo, la memoria storica. Ma non ci si limita a manifestare in positivo i valori verso i quali tendere ed educare i russi bensì anche a stigmatizzare in negativo quelli da cui bisogna prendere le distanze (al punto 16: «l’attività delle formazioni di diritto pubblico, delle organizzazioni e delle persone che favoriscono la diffusione di un’ideologia distruttiva, rappresenta una minaccia obiettiva agli interessi nazionali della Federazione di Russia»). Anche qui ci sono esempi di questa ideologia “distruttiva” (al punto 17, tra gli altri: stereotipi di comportamento anti-sociali, diffusione di uno stile di vita amorale, aumento dell’uso di alcool e narcotici; il travisamento della verità storica, la distruzione della memoria storica, la negazione dell’identità della Russia, la demolizione della fiducia nelle istituzioni dello Stato, il discredito dell’idea del servizio alla Patria, la formazione di opinioni negative verso il servizio militare e il servizio statale in generale). Tutta questa impostazione vale in particolare nei confronti dell’istruzione e dell’educazione, della cultura, della scienza, dei media (punto 18). Tra l’altro, ci si propone di potenziare l’attività delle organizzazioni scientifiche, di istruzione, e formazione per la tutela della verità storica e per il contrasto alla falsificazione della storia (punto 19); e di contribuire a formare sull’arena internazionale l’immagine dello Stato russo come difensore dei valori tradizionali spirituali e morali dell’uomo (punto 23).

A seguito di questa impostazione ideologica sono stati approvati ulteriori provvedimenti tesi all’indottrinamento dei valori tradizionali russi nelle scuole e nelle università del paese. Tra la fine di dicembre 2022-inizi del 2023 il Ministro della scienza e dell’istruzione superiore ha elaborato un corso obbligatorio per gli studenti universitari denominato «Basi della preparazione militare», che dal primo settembre 2024 muterà la denominazione in «Basi della sicurezza e della tutela della Patria». Anche questo, come si legge nel programma del corso (della durata di 108 ore), è considerato nelle condizioni attuali «un indirizzo prioritario della politica statale». Inoltre «le questioni più importanti dell’istruzione a tutti i livelli sono rappresentate dall’educazione all’amore verso la Patria, al sentimento del patriottismo, alla preparazione verso la difesa della Patria»[12]. A partire dal settembre 2023 è stato attivato in tutti gli istituti di istruzione superiore il corso denominato «Basi della statualità della Russia» alla cui elaborazione hanno partecipato 3000 docenti da 562 università della Russia. Secondo le parole del Ministro della scienza e dell’istruzione superiore Fal’kov, la finalità del corso sarebbe quella di formare negli studenti «la coscienza dell’appartenenza alla società della Russia, lo sviluppo del sentimento civico». Il corso, della durata di 72 ore, si divide in 5 parti: «Cos’è la Russia», «Lo Stato russo- la civilizzazione», «La visione della Russia e i valori della civilizzazione della Russia», «Il sistema politico», «Sfide del futuro e sviluppo del paese». L’introduzione di questo corso era stata annunciata dal Presidente Putin nel dicembre 2022.

A fine settembre del 2023 la Duma ha approvato in prima lettura una modifica alla legge sull’istruzione in cui si introduce la precisazione che «il carattere umanistico dell’istruzione si effettua anche in conformità ai valori spirituali e morali tradizionali della Russia»[13]. La legge è stata definitivamente approvata il 13 dicembre e firmata dal Presidente il 19. Sulla base della nuova versione della legge, l’istruzione nella Federazione di Russia deve essere conforme «ai valori tradizionali morali e spirituali della Russia» ed essere diretta allo sviluppo dello Stato e della società. Ciò significa che, come viene detto nella presentazione del provvedimento, il sistema di istruzione deve non solo preparare gli specialisti necessari al paese ma anche educare i cittadini nello spirito del rispetto verso i valori tradizionali, per preservare la continuità storica delle generazioni, pur sviluppando allo stesso tempo nei discenti l’attività cognitiva, l’intraprendenza, la creatività, l’attitudine al lavoro ed al volontariato[14]. Ricordiamo ancora che con l’editto presidenziale del 12 maggio 2023 n. 343 «Su alcune questioni di perfezionamento del sistema dell’istruzione superiore» di fatto si inserisce nell’intero settore dell’istruzione di livello universitario russo la necessità di rispondere a due esigenze vitali per la sopravvivenza (e sicurezza) del paese ossia: assicurare la formazione di quadri tecnico-scientifici, economici e politico-militari in grado di garantire la sovranità del paese e contemporaneamente creare le condizioni per la formazione della coscienza civica della persona.

Più specificatamente sul sistema universitario va considerato che la Russia si è ritirata dal sistema di Bologna dopo l’invasione dell’Ucraina[15] stigmatizzandone i contenuti educativi e valoriali come alieni dalle tradizioni culturali russe ed ha iniziato un’opera di edificazione di una istruzione “sovrana” (come richiesto esplicitamente dal Presidente fin dal febbraio 2022) secondo dei parametri tesi a standardizzare programmi e contenuti ad ogni livello nella rivalutazione esplicita delle conquiste nazionali anche del periodo sovietico il cui sistema di istruzione, insieme a molteplici altri aspetti, viene esplicitamente rivalutato[16].

Per quanto riguarda, infine, la violazione della libertà accademica negli altri paesi ex sovietici, merita di essere fatto un accenno a quanto sta accadendo in Ucraina dal punto di vista culturale ed accademico. Anche qui il nazionalismo, seppure con modalità difensive e promozionali della propria identità nazionale contestata dai russi, rischia di produrre la violazione di alcune libertà fondamentali. L’intero sistema di istruzione e culturale è sottoposto, per le esigenze di guerra, ad una sorta di irreggimentazione che porta ad annullare qualsiasi voce critica ed a reprimere qualsiasi traccia della cultura e della lingua russa anche del remoto passato. Ciò potrebbe produrre non solo conseguenze spiacevoli dal punto di vista culturale (ma simili tendenze si riscontrano anche in altri paesi occidentali) ma rendere più complessa la riconciliazione alla fine della guerra, anche se l’Unione europea interviene con la condizionalità per favorire la tutela delle minoranze.

La tendenza alla valorizzazione della lingua e della cultura nazionale per sganciarsi definitivamente dal passato imperialistico russo è in crescita perlomeno dal 2013-2014, ossia dalla rivoluzione della dignità o Euromaidan che ha portato alla scelta decisa di un cammino europeista e purtroppo all’invasione russa del Donbas ed all’annessione della Crimea. Da allora è in atto un processo irreversibile di rafforzamento della propria identità nazionale e culturale. Ciò ha investito tutto il sistema di istruzione, incluso quello universitario e le ricerche accademiche. A seguito dell’invasione russa del 2022 queste tendenze si sono accentuate in maniera radicale. In particolare, nell’insegnamento della storia si enfatizza l’identità ucraina e la lotta secolare per l’indipendenza. Fin dal 2014 lo studio della storica sovietica è stato impostato su di una concezione di “de-colonializzazione”, identificando nell’URSS uno Stato imperiale che ha distrutto l’identità di tutti i gruppi etnici a favore della supremazia della nazione russa[17]. Tuttavia, come per la riscrittura dei programmi di letteratura tesi all’eliminazione di ogni riferimento alla cultura russa (vengono studiati solo autori russi di origine ucraina come Gogol’), anche la riscrittura della storia del Novecento in termini di “colonialismo” e “fascismo” russo potrebbe portare alla falsificazione di alcuni eventi storici inserendosi così a pieno titolo in quella guerra per la storia e per la memoria che alimenta da anni i rapporti tra la Russia ed alcune ex Repubbliche sovietiche o ex Stati satelliti dell’URSS, tra cui in particolare i Paesi Baltici e la Polonia[18].


[1] Estratto dall’intervento su “La limitazione della libertà accademica nei contesti autoritari o bellici e la rete degli “Scholars At Risk”. Qualche osservazione comparata sullo sfondo della guerra in Ucraina” al Convegno Internazionale di Studi sul tema: “Scuola, Università e Ricerca: diritti, doveri e democrazia nello ‘Stato di Cultura’” Università degli Studi di Salerno – Comune di Cava de’ Tirreni, 30 Novembre, 1 e 2 Dicembre 2023. In corso di pubblicazione sugli Atti del Convegno a cura di A. Lamberti.

[2] D. Dubrovskij, V. Podol’skaja, Rossija: narušenie akademičeskoj svobody (Russia: violazione della libertà accademica), in https://cisrus.org/ru/2023/08/05/monitoing-2023-rus/.

[3] Vedi I. Iashchenko, Nationalistic Propaganda as a Strategy for Patriotic Upbringing in Russian Education, in Nuovi Autoritarismi e Democrazie, n. 1, 2023, p. 110, dove si fa presente che «With the re-election of Vladimir Putin in 2012, Russia began to report slow but continuously  evolving  authoritarian  trends,  with  state  propaganda  penetrating  all areas of society, above  all school education. The first target of state propaganda was   humanities   and   social   subjects,  especially   history. Meanwhile, Putin’s government has shown a pronounced interest in the formation of a plan for patriotic education, which  includes  the  militarization  of  education  and  the  promotion  of  a militaristic  image  among  schoolchildren  exemplifying  the  true  patriots  of  their country».

[4] Una rassegna delle principali limitazioni legislative e delle persecuzioni di singoli studiosi in: https://cisrus.org/ru/academic-freedom-violation-rus/. Vedi anche D. Dubrovskij, Rossija: gde zaščitit’ akademičskuju svobodu (Russia: dove difendere la libertà accademica), in Eurasianet, 21 settembre 2023, http://russian.eurasianet.org/россия-где-защитить-академическую-свободу. Vedi anche N. Donelli, S. Giusti, L’impatto della guerra sulle relazioni scientifico-culturali tra Unione europea e Russia, in Ruspol. Geopolitical Brief, n. 3, 2023.

[5] Solo per fare un esempio, nel marzo del 2023 la Procura generale ha dichiarato “indesiderata” l’attività svolta dalla “Università libera” per il presunto carattere “anti-russo” degli insegnamenti erogati ed anche per la diffusione tra gli studenti di un modello di democrazia “ultra-liberale” (https://www.kommersant.ru/doc/5905541). La “Libera Università” (Free University) è stata fondata nel 2020 da docenti della HSE (Scuola superiore di Economia) ai quali l’università non aveva rinnovato il contratto per l’anno accademico successivo. Si tratta in particolare dei docenti della Scuola di filosofia Viktor e Julija Gorbatov, Kirikk Martynov (dichiarato “agente straniero”) e della profssa della Facoltà di giurisprudenza della HSE Elena Luk’janova. La Free University offre corsi on-line gratuiti. Tra le restrizioni imposte alle università anche quella di diventare centro di raccolta fondi per l’Operazione Militare Speciale. Il licenziamento di diversi docenti universitari che si erano pronunciati contro l’Operazione Militare Speciale è stato effettuato per cause ricondotte a comportamenti o tenute “amorali” e per violazione dell’etica accademica. A tale proposito la sanzione viene comminata da apposite commissioni per l’etica.

[6] Ed anche dell’autonomia delle Università e dei centri di ricerca, passandosi in maniera diffusa dalla selezione interna del rettore ad un sistema di nomina dall’alto. Sull’argomento vedi D. Gerashchenko, University Leader Appointment Procedure in Russia: Building a Vertical of Power in Higher Education, in Demokratizatsiya: The Journal of Post-Soviet Democratization, Vol. 30, n. 1, 2022.

[7] Vedi T. Gerber, H. Chapman, The Destruction of Academic Freedom and Social Science in Russia, PONARS Eurasia Policy Memo No. 766, April 2022. Vedi anche D. Dubrovsky, Russian Academia and the Ukraine War, in Russian Analytical Digest, n. 281, 20 March 2022.

[8] http://kremlin.ru/acts/bank/48170/page/3. Secondo le parole dello speaker della Duma Volodin, «L’ingerenza è esistita per tutta la durata dell’esistenza dell’Impero russo, dell’Unione sovietica e della Federazione di Russia. Tale ingerenza noi la percepiamo anche oggi da parte degli USA, del Regno Unito e da parte degli altri Stati europei. Ogni paese deve proteggersi, se pensa al proprio futuro». Vedi http://duma.gov.ru/news/55879/.  Le modifiche apportate dopo il febbraio 2022 sono esplicitamente dirette alla ulteriore tutela della sicurezza del paese. Sulle ultime modifiche a tale legge vedi I. Galimova, La Russia che premia gli eroi e punisce i traditori, in Nomos. Le attualità nel diritto, n. 2, 2022.    

[9] Approvata con editto presidenziale n. 229 del 31 marzo 2023: http://kremlin.ru/acts/bank/49090.

[10] Come si recita al punto 4 del documento: «L’esperienza ultra millenaria della statualità indipendente, eredità culturale dell’epoca precedente, i profondi legami storici con la cultura tradizionale europea e con le altre culture dell’Eurasia, la capacità sviluppatasi in molti secoli di assicurare sul territorio comune la coesistenza armonica di diversi popoli, di gruppi etnici, religiosi e linguistici, determinano la particolare posizione della Russia come Stato-civilizzazione originario, una vasta potenza eurasiatica ed euro-pacifica che ha unito il popolo russo e altri popoli che compongono la comunità culturale e di civiltà del mondo russo». Inoltre, al punto 5, si dice che «la Russia, considerando il suo contributo decisivo nella vittoria alla Seconda Guerra Mondiale, ed anche il prolungato ruolo nella costruzione di un moderno sistema di relazioni internazionali e nell’eliminazione del sistema mondiale del colonialismo, rappresenta uno dei centri sovrani dello sviluppo mondiale ed adempie alla missione storica unica del mantenimento di un equilibrio globale di potere e dell’edificazione di un sistema mondiale multipolare, di assicurazione delle condizioni per uno sviluppo pacifico, progressivo dell’umanità sulla base di un’agenda unificante e costruttiva». Non manca un riferimento alle influenze perniciose dell’ideologia occidentale vista come un attentato alla sovranità del paese, come recita il punto 8: « Una forma comune di interferenza negli affari interni degli Stati sovrani è diventata l’imposizione di linee guida ideologiche neoliberali distruttive che contraddicono i valori spirituali e morali tradizionali. Di conseguenza, l’impatto distruttivo si estende a tutti gli ambiti delle relazioni internazionali».

[11] Sul sito del Cremlino in lingua russa: http://kremlin.ru/acts/bank/48502.

[12] http://duma.gov.ru/news/58229/.

[13] Tra i contenuti della riforma anche il ripristino delle ore di lavoro nelle scuole: http://duma.gov.ru/news/58338/. http://duma.gov.ru/news/58493/.

[14] Sul sito del Cremlino la legge e la relazione introduttiva: http://kremlin.ru/acts/news/73059.

[15] L’annuncio del Ministro dell’istruzione risale al maggio 2022 ma l’allontanamento è reso evidente con l’adozione da parte del Presidente dell’editto n. 343 del 12 maggio 2023 «Su alcune questioni riguardanti il perfezionamento del sistema dell’istruzione superiore». http://publication.pravo.gov.ru/Document/View/0001202305120005 . Vedi anche https://meduza.io/en/news/2023/05/12/russia-s-higher-education-system-drifts-away-from-bologna-process.

[16] Come dichiarato dal Presidente Putin il 28 aprile 2023 alla seduta del Consiglio dei legislatori a S. Pietroburgo, in Russia si starebbe formando un sistema di istruzione “sovrano”. Secondo le parole del Presidente, «Il sistema di istruzione sovrano è una nuova iniziativa per lo sviluppo della sfera sociale e dell’economia. Ho usato proprio una combinazione speciale di parole “sistema di istruzione sovrano”. Si tratta di un elemento importantissimo del nostro lavoro comune. In esso risiede il futuro del nostro paese». Analogamente, il vice dirigente dell’Amministrazione del Presidente della FdR Sergej Kirienko ha affermato che dopo il ritiro dal sistema di Bologna l’istruzione in Russia si baserà su tutto ciò che di migliore vi è nelle sue tradizioni, inclusi gli standard sovietici. Vedi Izvestija del 28 aprile 2023: https://iz.ru/1505734/2023-04-28/putin-zaiavil-o-formirovanii-suverennoi-sistemy-obrazovaniia-v-rf; del 26 febbraio 2023:  https://iz.ru/1475442/2023-02-26/kirienko-prizval-vernutsia-k-luchshim-traditciiam-obrazovaniia-pri-otkaze-ot-bolonskoi-sistemy. Per aggiornamenti sul sistema di istruzione vedi https://iz.ru/story/obrazovanie-v-rossii. Sulla recente virata ideologica che comporta l’inserimento di nuovi corsi di indottrinamento e di un manuale unificato di storia vedi I. Galimova, La Russia che premia gli eroi e punisce i traditori, in Nomos. Le attualità nel diritto, n. 2, 2023. Ulteriori dettagli in: https://tass.ru/obschestvo/18430891. Inevitabile un collegamento concettuale con la precedente dottrina della democrazia “sovrana”.

[17] Sull’argomento si rinvia a I. Iashchenko, Transformation of Academia and Education System upon the Russo-Ukrainian War: Russian and Ukrainian Experience, in Nuovi Autoritarismi e Democrazie, n. 2, 2023.

[18] In argomento vedi A. Di Gregorio, Giustizia post-comunista e politiche della memoria nei paesi della CSI, in C. Filippini (a cura di), La Comunità di Stati indipendenti a più di venti anni dalla dissoluzione dell’Urss, Rimini, Maggioli, 2014.