‘Anche i bambini possono farci resistenza’. L’inchiesta di Meduza sulla ‘rieducazione’ dei bambini ucraini strappati alle famiglie

di Lilja Japparova

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Il numero preciso di bambini strappati dalle autorità russe durante la guerra in Ucraina è ignoto, secondo i dati di Kiyv essi sarebbero circa 20.000. I funzionari russi cercano di far loro dimenticare la famiglia e fanno di tutto per non permettere ai genitori di riportarli a casa. Le autorità russe sono certe di poter rieducare i bambini ucraini. Per capire com’è strutturato questo sistema, la giornalista di Meduza Lilja Japparova ha studiato migliaia di documenti e ha parlato con numerosi impiegati del ministero dell’istruzione russo, il principale organo deputato all’indottrinamento dei bambini ucraini.

“Gloria all’Ucraina. Gloria agli eroi”: messaggio nazionalistico.

“Rаscismo”: denominazione coniata dai russofobi per definire l’ideologia e la propaganda provenienti dal Cremlino.

“Federazione di imbroglioni”. Insulto coniato dai nazionalisti ucraini per la Russia

“Orchi”: così sono chiamati i militari della Federazione Russa da parte dei russofobi e degli estremisti.

Queste sono alcune delle citazioni prese da un dizionario redatto dal Ministero dell’istruzione della Federazione Russa nel 2022. È rivolto agli studenti, affinché vengano a conoscenza di quali “slogan usati dagli estremisti sul suolo nazionalista” possano essere utilizzati dai bambini ucraini.

Al dizionario è inoltre allegato un prontuario dal titolo “Prevenzione dei conflitti e delle manifestazioni di estremismo e terrorismo che possono comparire in un ambiente educativo multiculturale”. La comparsa di uno “specifico slang” oppure di una semplice discussione su “temi politici” può essere sintomo di “ideologia distruttiva”.

Nei documenti redatti dal ministero e consultati da Meduza questa ideologia, tuttavia, non è descritta nel dettaglio, sebbene si sottolinei come i bambini possano essere sottoposti ad una presunta “influenza negativa”, per il semplice fatto di vivere in Ucraina. Tuttavia, non è specificato in cosa consista questa “influenza negativa”.

Adesso gli insegnanti russi avranno il compito di “riorientare e di farsi portatori dell’identità russa verso la nuova generazione di ragazzi nati nella repubblica di Doneck e Lugansk e nelle regioni di Zaporižžja e Cherson”.

In questi documenti trovano spazio anche esempi di questa “riorientamento”, come il caso di una studentessa di Zaporižžja che in un video dà fuoco a una bandiera russa ed espone slogan antirussi, venendo poi imputata in un processo penale.

Secondo il ministero russo è possibile prevenire l’insorgere di simili “azioni distruttive” nei bambini ucraini sin dalle fasi iniziali, soprattutto dopo esser stati portati in Russia. Secondo il metodo codificato (e denominato “Accompagnare gli adolescenti provenienti da zone di guerra), i giovani possono manifestare “sfiducia negli adulti”, “tendenza al capriccio”, “autolesionismo”, “manifestazione della propria superiorità personale”, ma anche “sperimentare difficoltà nel guardare all’insorgere di eventi con gli occhi di un osservatore neutrale”.

I pedagoghi devono aiutare questi bambini, i quali, secondo il ministero russa, presentano carenze nella “conoscenza” e nelle “abilità sociali”, “secondo le attuali definizioni per i bambini nello spazio russo”.

Nel documento si specifica:

“Se venite a sapere che un bambino ha avuto dei familiari uccisi durante le ostilità oppure scomparsi senza lasciar traccia, concentratevi sugli eventi, non sulle persone…”

“Non dite “niente di grave”, “non ti preoccupare, sono in un posto migliore”, “loro ti guardano dall’alto” … . Parlate apertamente con il bambino del fatto che i genitori o i parenti sono morti in guerra, oppure che la casa è andata distrutta”

“Date la possibilità al bambino di provare emozioni. Ad esempio, se si arrabbia, fategli strappare della carta”

In generale lo studente deve provare “orgoglio per la propria patria, patriottismo, senso di appartenenza al paese”. Tuttavia, le raccomandazioni non specificano di quale patria si debba essere orgogliosi. Il documento descrive la guerra come “l’unico motivo per il quale i bambini sono finiti in Russia” e come una “complicazione dei rapporti geopolitici” che ha costretto le famiglie a trasferirsi.

L’istituto “deve rieducare” i bambini ucraini sulla base dei valori spirituali e morali, delle tradizioni storiche e nazional-culturali della Federazione Russa”. Il risultato dovrà essere “lo sviluppo di un’identità russa”.

Una delle fonti del ministero dell’istruzione e che conosce bene il “metodo”, lo definisce “bastardo e feroce”. “Dite apertamente che sono morti”: è una cazzata. Se il bambino non conosce il destino dei propri genitori, dirgli semplicemente che sono “morti” è inutile. È necessario, prima di tutto, capire cosa il bambino sa del loro destino, come il bambino valuta le loro possibilità per il futuro e se ha senso mantenere un senso di speranza. Da nessuna parte viene spiegato perché, tra le tante strategie possibili, sia stata scelta quella dell’integrazione. Se stiamo cercando di integrare i bambini nella nostra cultura, significa che non è nemmeno prevista l’intenzione di riportarli alla loro cultura d’origine. Inoltre, in teoria, l’integrazione avviene in un ambiente multiculturale, dove la diversità culturale e il rispetto per la cultura del gruppo non dominante sono consentiti. Ma ora provate a mostrare rispetto per la lingua, l’inno e lo stemma ucraino: andrete in prigione per questo! Pertanto, l’integrazione di questi bambini è impossibile. Si tratta semmai di assimilazione o  di emarginazione”

La stessa fonte ha dichiarato che il ministero si preoccupa dell’“integrazione” dei bambini ucraini non tanto perché ne sia stato incaricato. La vera ragione è la paura che attraversa il ministero: “Nelle nostre conversazioni sentiamo dire che i bambini ucraini sono potenziali terroristi. Non siamo idioti e ci rendiamo conto che la Russia non è andata in Ucraina “per amore della pace e dei buoni sentimenti”, e che i bambini che sono stati portati da lì in ambiente ostile possono iniziare a contrastarlo. Magari con il sostegno dei loro parenti ucraini…. Dietro le quinte, questo è il nostro modo di pensare, anche a livello di leadership. Anche se nelle riunioni pubbliche, ovviamente, siamo tenuti ad affermare che “i bambini ucraini sono meravigliosi”.

La fonte aggiunge che già dalla fine del 2022 i dipendenti del ministero dell’Istruzione hanno iniziato a prepararsi contro possibili attacchi terroristici e sabotaggi. Nei documenti studiati da Meduza, tra le minacce citate compaiono: “attacco armato” (compreso “l’uso di liquidi infiammabili”), “presa d’ostaggi”, “innesto di ordigni esplosivi”, “incendi dolosi”, “attacchi con droni”.

Anche il capo di una fondazione caritatevole federale che aiuta gli orfani, tra gli altri, ha sentito parlare di queste preoccupazioni (ha parlato con Meduza a condizione di rimanere anonimo). “Gli uffici si rendono conto che l’integrazione degli adolescenti ucraini è una missione potenzialmente devastante e cercano di istruire sia gli insegnanti sia tutti gli altri”, afferma. “Ai nostri studenti viene insegnato i fascisti sono in Ucraina. E poi all’improvviso viene portato in classe un vero “ucrofascista”.

QUESTI MANUALI VENGONO G UTILIZZATI?

Meduza ha parlato con diversi insegnanti russi riguardo le metodologie elaborate dal Ministero dell’Istruzione. In particolare, quelli che si sono recati a lavorare nelle scuole dei territori occupati. Alcuni di loro hanno già familiarizzato con le linee guida, ma la maggior parte di loro ha affermato che i documenti non sono ancora arrivati. Un’insegnante ha aggiunto che non tutte le raccomandazioni del Ministero dell’Istruzione vengono immediatamente implementate nelle scuole: “C’è lo status obbligatorio e lo status raccomandatorio. Ad esempio, nel caso di “conversazioni sulle cose importanti” è richiesta la più rigorosa applicazione delle norme. E alcuni manuali vengono semplicemente inviati al preside – e non tutte le scuole prendono l’iniziativa”.

UN PROGETTO SPECIALE PER ORDINE ESCLUSIVO DI PUTIN

Poco dopo l’inizio della guerra, Vladimir Putin ha deciso di dedicare particolare attenzione alla “socializzazione degli adolescenti” e, con un decreto speciale, ha destinato 52 milioni di rubli al Ministero dell’Istruzione. Con queste risorse, il Ministero ha inaugurato il Centro federale per lo sviluppo dei programmi di socializzazione degli adolescenti, avviando il programma strategico “Adolescenti della Russia”, presentato a Putin il 9 marzo 2022, due settimane dopo l’invasione.

Il programma è un’iniziativa di Maria L’vova-Belova, plenipotenziaria in materia di diritti dell’infanzia, per aiutare “milioni di adolescenti a passare in sicurezza attraverso le zone più turbolente” durante la guerra (la Corte Penale Internazionale dell’Aja ha poi emesso mandato di arresto sia per Putin sia per la L’vova-Belova, con l’accusa di aver deportato bambini ucraini).

Da allora il Centro federale per gli adolescenti coordina il lavoro con gli studenti in tutte le regioni della Federazione Russa e nei territori occupati dell’Ucraina. Particolare enfasi viene riposta sull’”assistenza ai minori nelle zone interessate dall’operazione militare speciale”, secondo i documenti a disposizione di Meduza.

La nuova struttura, che fa capo contemporaneamente al Ministero dell’Istruzione e alla L’vova-Belova, è stata aperta “specificatamente per i bambini ucraini”: “per chiarire loro dove sia la verità”, hanno affermato due interlocutori di Meduza nell’agenzia federale.

“Quando sono stati istituiti, la prima cosa che hanno fatto è stato visitare i bambini – sia a Mariupol’ che a Lugansk, e quelli che erano già stati portati nella Federazione Russa. Distribuire aiuti umanitari, condurre corsi di formazione – in generale, creare l’immagine di una Russia amica: “Siete venuti e tutto va bene!” – dice una delle fonti. – Questa è la cosa principale che fanno.

Il capo del centro, Valerij Majorov, viene descritto dall’interlocutore come una persona “ferocemente filogovernativa”. Secondo la fonte, i suoi subordinati hanno le stesse opinioni.

Credono che le loro carriere abbiano fatto un salto di qualità: “Abbiamo un progetto speciale su ordine esecutivo di Putin”. “La Russia e la L’vova-Belova hanno fatto tutto questo – e voi siete stati gentilmente omaggiati”. Non si parla di rispetto per la cultura e l’origine dei bambini ucraini. E le domande “Come e perché è iniziata la guerra?” sono state ignorate.

È il personale di questo centro che, come affermano gli interlocutori di Meduza, “cancella il passato ucraino di questi bambini e li inserisce  a forza nel mondo russo”. In particolare, il Centro sta sviluppando attivamente una rete di “spazi per adolescenti” in cui si parla delle “conquiste del nostro paese” e del “significato degli eventi che si stanno svolgendo in nuove regioni della Russia”

Qui gli adolescenti incontrano anche persone che lo stesso Valerij Marjonov definisce come “adulti affidabili”: “partecipanti dell’Operazione  Militare Speciale” e sacerdoti. Lo spettacolo di Capodanno (dal titolo “Una visita al Babbo Natale della polizia”) è stato messo in scena al Centro con il contributo di operatori del Ministero degli Interni. E ai giochi con i bambini hanno partecipato molti dipendenti del Comitato Investigativo.

Meduza ha parlato con la direttrice di uno dei centri regionali per gli adolescenti. Ha descritto così il suo lavoro con gli studenti ucraini: “Dopo tutto, i bambini che sono stati in guerra si riprendono più velocemente degli adulti. Gli adolescenti, ovviamente, sono tutti sui social network, dove vengono influenzati: molti sostengono l’Ucraina, altri sono contro il nostro Presidente. Invitiamo gli specialisti delle autorità competenti a spiegarglielo.

Inoltre, grazie alla rete di “spazi per gli adolescenti”, gli studenti partecipano a giochi sportivi militari, vanno a mostre intitolate “Siamo contro il nazismo”, sparano nei poligoni di tiro e possono persino “prepararsi a servire nelle Forze Armate della Russia”. Secondo un rapporto del Ministero dell’Istruzione, un totale di oltre 150 mila adolescenti “ha visitato queste istituzioni entro il settembre 2023”. “In realtà, Majorov dirige una parte significativa del lavoro ideologico con gli adolescenti al di fuori delle scuole”, spiega l’interlocutore di Meduza al ministero. “I ragazzi tornano da scuola, dove sono stati trattati, e vanno in questi istituti, dove vengono ancora trattati”.

La “sede operativa” del Centro per il lavoro con i bambini nei territori occupati è un ufficio di rappresentanza a Doneck (Meduza ne conosce l’indirizzo). Secondo i documenti dell’amministrazione presidenziale visionati da Meduza, questa struttura è impegnata nel “monitoraggio della situazione” e nella “realizzazione di programmi per l’integrazione dei bambini provenienti dalle nuove regioni”. Le spese di viaggio dei dipendenti del Centro federale per l’integrazione dei bambini delle nuove regioni ammontano a nove milioni di rubli: questo denaro viene utilizzato per organizzare “corsi intensivi di integrazione fuori sede per gli adolescenti”.

Anche altre sedi organizzano eventi simili. Ad esempio, è quanto viene promosso dal centro denominato “Territori della nuova generazione” creato a Mariupol, una città praticamente distrutta dall’esercito russo. Gli adolescenti che frequentano il centro inviano aiuti umanitari al fronte e, con il patrocinio del cantante Grigorij Leps (un acceso sostenitore della guerra), partecipano al festival a Chakasija. Nel gennaio 2023, i ragazzi del luogo avrebbero chiesto alla L’vova-Belova di allestire nel loro club una sala di protezione civile – oltre a un cinema e a una sala da ballo per “esercitarsi in situazioni di emergenza”.

Non si sa con esattezza quanto denaro venga speso per questo. Secondo alcuni documenti interni del Cremlino, mentre nel 2022 il centro ha ricevuto 52 milioni dal fondo di riserva presidenziale, ulteriori finanziamenti (136 milioni all’anno) avrebbero dovuto essere reperiti da altre fonti. Meduza non ha trovato alcun riferimento a tali pagamenti nel testo della legge sul bilancio federale. Allo stesso tempo, l’interlocutore di Meduza presso il Ministero dell’Istruzione sottolinea che: “in tempo di guerra, il denaro è stato versato al Centro per l’adolescenza, anche se il resto dei bilanci, al contrario, è stato tagliato.”

Secondo le sue informazioni, anche gli stipendi dei dipendenti del Centro sono più alti rispetto al altre strutture del ministero. Ad esempio, il direttore dell’organizzazione, Valerij Marjonov, riceve circa 265 mila rubli al mese per i suoi sforzi nel formare una “identità russa” tra i bambini ucraini.

Se siete venuti in Russia, allora dovete parlare russo

Sia il “Centro per la protezione e degli interessi dei bambini” sia l’organizzazione di Majorov per gli adolescenti, che ne fa parte, dipendono dal Dipartimento per le politiche statali e la protezione dei diritti dei bambini, ovvero dal settimo dipartimento del Ministero dell’Istruzione. È diretto da Larisa Fal’kovskaja, una funzionaria che ha iniziato come psicologa nellascuola di un villaggio siberiano e che ora è sottoposta a sanzioni personali da parte dell’Unione Europea.

“In generale, tutto ciò che è sotto la giurisdizione della Fal’kovskaja è responsabile dell’assimilazione dei bambini ucraini”, ha spiegato a Meduza una fonte del Ministero. Dall’inizio della guerra, la Fal’kovskaja e i suoi vice si sono recati nei territori occupati per fornire “supporto esperto e metodologico” agli organi di tutela locali e al sistema educativo. In altre parole, per garantire che le istituzioni delle regioni ucraine occupate funzionino come quelle russe.

Una struttura separata all’intero del settimo dipartimento – il Centro Federale di Coordinamento per la Fornitura di Servizi Psicologici nel Sistema Educativo (FKC), con sede presso l’Università Statale Psicologica e Pedagogica di Mosca (MGPPU) – redige i manuali per gli insegnanti e forma gli insegnanti destinati a lavorare nei territori occupati e con gli adolescenti che si trovano in una “brutta situazione”. La fonte di Meduza presso il ministero lo descrive così: “In sostanza, vengono paracadutati presso i bambini i cui parenti sono stati uccisi di recente, e li consigliano uno per uno, come su un nastro trasportatore: “Il nostro paese vi sta aiutando molto bene”.

Secondo i documenti consultati da Meduza, dall’inizio della guerra i dipendenti della FKC hanno effettuato almeno 36 viaggi di questo tipo – su istruzione della Fal’kovskaja e “come parte dell’adempimento del compito statale”. Una delle relazioni della FKC specifica che solo per quattro viaggi “sul territorio delle regioni di Charkiv, Cherson e Zaporižžja”, nel periodo giugno-dicembre 2022 è stata fornita “assistenza psicologica e pedagogica” a 70 bambini. I dipendenti della FKC lavorano anche nelle regioni di confine, dove spesso vengono sfollati adolescenti ucraini.

Secondo i rapporti a disposizione di Meduza, gli studenti ucraini si rivolgono agli psicologi per parlare di ansia, “separazione della famiglia”, panico, stupore e “tendenze suicide”. Raccontano della loro “paura dei rumori forti” e del “rumore degli aerei”, del “lutto”, della depressione e dell’ “ansia da separazione”. I bambini condividono anche le loro “paure” di essere “stigmatizzati a causa del proprio dialetto” e della “difficoltà a passare rapidamente al russo”.

Le paure e le ansie di bambini e adolescenti sono più che giustificate, concorda l’interlocutore di Meduza al Ministero dell’Istruzione. Tutti coloro che prendono decisioni non esitano a dire che il lavoro con i bambini deve essere condotto in russo, “visto che lo conoscono; e se non lo conoscono bene, sarà indispensabile che imparino”, dice una fonte del Ministero. “La costituzione dice che il russo è la lingua di “tato: se sei venuto in Russia, devi parlare russo”.

Collocati per ladozione”

Il lavoro del dipartimento della Fal’kovskaja non si limita a questo. Ad esempio, la sua vice Anastasija Akkuratova è responsabile del collocamento dei bambini presso famiglie russe. Secondo i documenti ottenuti dai cyberattivisti ucraini, è lei a organizzare il trasferimento dei bambini in Russia e a inserirli nella banca dati statale degli orfani.

La stessa Marija L’vova-Belova continua a ribadire che i russi non posso adottare i bambini dalle “regioni occupate”. “È possibile solo il loro collocamento sotto tutela della famiglia affidataria”, in modo che il bambino possa essere restituito ai suoi parenti, assicura.  E sottolinea che lei stessa ha “preso sotto tutela”, senza adottarlo, un adolescente di Marjupol di nome Filipp Golovnij.

Secondo la legislazione russa, le tre principali forme di sistemazione degli orfani presso una nuova famiglia sono l’adozione, la tutela e l’affidamento.

Con l’adozione, il bambino riceve un nuovo nome, cognome e patronimico e acquisisce tutti i diritti di un bambino nativo, compresi i diritti di eredità. L’adozione avviene esclusivamente tramite il tribunale e solo un orfano può essere adottato.

La tutela (affidamento) viene stabilita sui bambini che rimangono senza cure parentali (se, ad esempio, i genitori sono morti, sono stati privati dei diritti parentali, sono in prigione o sono affetti da una grave malattia). Il tutore diventa il rappresentante del bambino, ma il suo nome e cognome non vengono cambiati.

Una famiglia affidataria non è la stessa cosa di una famiglia adottiva. Lo stato stipula un contratto con i genitori affidatari per affidare loro un bambino e paga loro sia uno stipendio per “lavorare” come genitori sia un assegno per il mantenimento del bambino. Lo stato controlla anche regolarmente la famiglia adottiva: controlla le condizioni di vita del bambino e come vengono spesi i soldi destinati al mantenimento del bambino.

Secondo le dichiarazioni di Marija L’vova-Belova i bambini delle “nuove regioni” non vengono adottati in Russia “in linea di principio”, in modo che “se compaiono dei parenti, persone che possono reclamare questo bambino” sarebbe “più facile” per loro restituirlo.

Il commissario presidenziale ucraino per i diritti e la riabilitazione dei bambini, Darya Gerasymčuk, ha anche affermato che i bambini deportati dall’Ucraina in Russia vengono dati in “tutela temporanea” invece che in “adozione”.

Secondo Gerasymčuk, i russi “si rendono conto che l’adozione è illegale” è quindi hanno trovato “un altro schema” per tenere i bambini ucraini nel territorio russo e “privarli delle loro famiglie biologiche”.

Tuttavia, queste affermazioni non corrispondo alla realtà. Meduza ha esaminato le “relazioni riassuntive” del Ministero dell’Istruzione “sull’identificazione e la collocazione degli orfani e dei bambini rimasti senza le cure parentali” per i tre semestri del 2023 e ha trovato prove documentali di un programma di adozione di massa dei bambini ucraini:

Nel primo quadrimestre del 2023, sono stati “identificati” 220 “orfani e bambini rimasti senza cure dei parenti” nelle autoproclamate LPR e LNR, 14 nella parte occupata della regione di Zaporižžja. Di questi, 26 bambini “sono stati dati in adozione” a cittadini della Federazione Russa. Quattro bambini sono stati restituiti ai genitori biologici, sebbene non si sappia in quali circostanze. Allo stesso tempo, altri sette bambini sono stati portati via da parenti consanguinei a causa di “minacce dirette alla vita o alla salute dei bambini” (anche qui i dettagli sono sconosciuti).

Nel secondo quadrimestre del 2023, le autorità di tutela controllate dalla Russia hanno continuato a trovare orfani e bambini “lasciati senza cure”: ci sono stati più orfani e bambini “lasciati senza cure” in tutti i territori occupati (40 nella regione di Zaporižžja, 286 nella LNR, 409 nella DNR). Altri sei bambini della parte occupata della regione di Donezk sono stati in adozione a cittadini russi. 16 bambini sono stati restituiti ai loro genitori, ma nello stesso tempo altri 19 sono stati portati via delle loro famiglie a causa di “minacce immediate per la loro vita o salute”.

Nel terzo quadrimestre, i dati della regione occupata di Cherson sono apparsi per la prima volta nei rapporti: vi sono stati trovati 63 bambini orfani o “lasciati senza cure parentali” (nella regione di Zaporižžja erano già presenti 45 bambini in queste condizioni, nella LPR 343 e nella DNR 569). Il numero di adozioni è aumentato notevolmente: ce n’erano già 45 e la maggior parte sono ancora adottati dalla DNR. Allo stesso tempo, nella parte della regione di Cherson controllata dai russi, i bambini vengono portati via “in caso di minaccia immediata alla vita e alla salute”: inoltre tre bambini sono stati strappati alle famiglie locali.

I dati raccolti dal Ministero dell’Istruzione della Federazione Russa non riflettono tutti i casi di adozione: ad esempio, Margarita Prokopenko, di 10 mesi, è stata portata via dall’orfanotrofio locale nei mesi precedenti la compilazione di tali rapporti nella parte della regione occupata di Cherson.  È stata poi adottata, nel dicembre 2022, dal capo del partito “Russia giusta-Per la verità” Sergej Mironov.

UNA PRATICA UTILE AD IDENTIFICARE GLI OPPOSITORI DEL GOVERNO RUSSO”

Il Ministero dell’Istruzione controlla il destino dei bambini ucraini adottati. Tra le altre cose, compila rapporti sulla loro morte. Secondo questi documenti, nella prima metà del 2023 sono morti cinque bambini provenienti dalle zone occupate delle regioni di Cherson e Lugansk. Uno di loro si è suicidato, ma le ragioni del suicidio non sono state riportate nei documenti.

Dai documenti in possesso di Meduza emerge che il Ministero dell’Istruzione dovrebbe “svolgere un lavoro di prevenzione” per evitare i suicidi di bambini nei territori occupati. Il ministero è assistito in questo dal Centro per lo studio e il monitoraggio in rete dell’ambiente giovanile (CISM), secondo due interlocutori di Meduza nel ministero. Tuttavia, le sue competenze vanno ben oltre la prevenzione dei suicidi di adolescenti.

Il CISM è una società informatica fondata su istruzioni di Putin e ha ricevuto miliardi di rubli dal bilancio federale. Il centro sviluppa il proprio software e lo utilizza per monitorare su internet “la diffusione dell’ideologia della violenza armata”, dell’ “anarchismo”, del “nazismo” e di “altri tipi di informazioni distruttive”.

Il principale sviluppo del CISM è il Sistema informativo automatizzato (AIS) “Prevenzione”, che “in tempo reale” monitora “più di 540 milioni di profili” di adolescenti sui social network e considera più di due milioni di essi come “comportamenti distruttivi”.

“È una specie di grande fratello per gli adolescenti”, spiega a Meduza un dipendente del Ministero russo dell’Istruzione che ha familiarità con il sistema. Il sistema, utilizzando le reti neutrali, compila un profilo di rischio per ogni ragazzo: suicidio, terrorismo, estremismo e lo segnala all’operatore dell’AIS. Può anche trasmetterlo alle autorità.

Nel loro lavoro, gli operatori dell’AIS sono guidati dall’opuscolo “Apparato concettuale” redatto dal CISM: come esempio di “organizzazione estremista” viene citato il “Movimento pubblico del quartier generale di Navalny”, mentre l’Euromaidan ucraino viene descritto così: “Le organizzazioni neonaziste vengono utilizzate per formare la cosiddetta “opposizione” e realizzare colpi di stato”.

Secondo i documenti a disposizione di Meduza, l’AIS è già stato testato in 44 regioni della Federazione Russa; nel prossimo futuro, lo sviluppo sarà implementato in tutta la Russia e integrato con i database del Ministero dell’Interno.

Non si sa quanto sia efficace la “prevenzione”, ma due dipendenti del Ministero dell’Istruzione che hanno lavorato con i dati dell’AIS sostengono che il CISM ha una grande capacità di identificare con precisione gli adolescenti. “Anche se un ragazzo ha usato uno pseudonimo sui social network, ha cambiato la sua età, ha messo la foto di qualcun altro o ha inserito i suoi genitori nella lista nera, il centro è comunque riuscito ad identificarlo”, dice uno dei dipendenti del ministero.

Una scheda separata è conservata per tutti i soggetti monitorati nella “Prevenzione”. Decine di questionari di questo tipo erano a disposizione di Meduza: ogni questionario non contiene solo la foto, l’indirizzo e il numero di telefono di un determinato adolescente, ma anche un’analisi dettagliata dei suoi social network, fino al conteggio di commenti, like e repost.

In particolare, si nota se un adolescente è membro di “comunità d’opposizione”. E anche se ha pubblicato o apprezzato post “sul tema dell’anarchismo”, “con discredito delle forze dell’ordine”, “con critiche all’attuale governo della Federazione Russa” o “con immagini di contenuti shock”. Come risultato di questa analisi, a ogni bambino viene assegnato un “coefficiente di distruttività” e un “coefficiente d’opposizione” (il valore più basso trovato nei questionari è 0, mentre il più alto 19,7).

Meduza dispone anche dei questionari di “prevenzione” sui bambini dei territori occupati. Ad esempio, una studentessa di Amvrosievka, nella regione di Doneck, ha cinque account elencati in questo file e ognuno ha il suo “coefficiente di distruttività”, mentre un ragazzo di Lugansk ha un “coefficiente” così alto (10,7) che è stato contrassegnato con l’indicatore giallo.

“Il CISM è sempre vigile, monitora l’attività di internet e aiuta le nostre agenzie ad identificare gli attivisti della resistenza, gli oppositori delle autorità russe”, afferma un interlocutore del Ministero dell’Istruzione e della Scienza. Anche il rapporto del ministero del dicembre 2023 dice la stessa cosa: “In ogni caso, quando vengono identificati account, profili e registri di minori inclini a comportamenti distruttivi, viene organizzato e svolto il necessario lavoro di prevenzione in collaborazione con i rappresentanti di enti o organizzazioni del sistema di prevenzione”.

Nel 2023, il Centro ha ricevuto 621 di rubli dal bilancio statale per questo lavoro. Il budget per i prossimi anni include più di 1,7 miliardi di rubli a questo scopo; con questo denaro, secondo documenti provenienti dal Cremlino, l’amministrazione presidenziale prevede di aprire “sottodivisioni separate del CISM in nuove regioni”. I documenti li chiamano esplicitamente “centri di sicurezza informatica”, progettati per “informare sulle minacce emergenti” secondo le “istruzioni” del presidente del consiglio di sicurezza russo.

Di conseguenza, questa “attività”, secondo gli stessi documenti, dovrebbe “coprire almeno l’85% degli account di bambini e adolescenti che vivono nelle zone occupate dai russi nelle regioni di Doneck, Lugansk, Cherson e Zaporižžja.

UN BUROCRATE NOSTALGICO DELLA POTENZA CHE FU”

Le fonti di Meduza presso il Ministero dell’Istruzione russo sottolineano che una delle figure chiave del “sistema di assimilazione” dei bambini ucraini è Aleksandr Bugaev, vice del ministro Sergej Kravcov. Bugaev, che in precedenza ha lavorato nell’amministrazione presidenziale e ha diretto Rosmolodež, è considerato nel ministero come un “inviato” dal Cremlino. “Non si tratta di una persona della squadra del ministro dell’istruzione Kravcov – sostiene l’interlocutore di Meduza all’interno del ministero – Bugaev è stato inviato al Ministero dell’Istruzione come “uno di Putin”.

Dopo aver discusso all’inizio degli anni Novanta la sua tesi di laurea sull’industria della carne, Bugaev si è specializzato in amministrazione pubblica e ha iniziato a lavorare nell’organizzazione giovanile moscovita del partito “Russia Unita”. La sua intervista più ampia e dettagliata, che Meduza è riuscita a trovare, è quasi interamente dedicata alla formazione di una “coscienza antiterroristica” e di “un sistema valoriale del patrimonio nazionale russo” da diffondere tra i giovani. In particolare, allo scopo di creare “relazioni interetniche costruttive”, Bugaev sottolineava che la Russia dovesse “risocializzare i bambini provenienti da zone di conflitto bellico”.

Un interlocutore di Meduza vicino all’amministrazione presidenziale sostiene che Bugaev è ora vicino ad Andrej Jarin, il capo della Direzione politica interna (UVP) del Cremlino, collaboratore del numero due dell’amministrazione Sergej Kirienko. In precedenza, fonti di Meduza avevano descritto Jarin come una persona vicina all’FSB.

Una fonte di Meduza vicina all’AP conferma che nel 2021 Bugaev è stato inviato al Ministero dell’Istruzione per supervisionare “la componente ideologica dell’educazione” e poi assegnato a trattare “la questione dei bambini ucraini”. Gli interlocutori che hanno familiarità con Bugaev lo descrivono così: “È solo un burocrate, ma un burocrate con la nostalgia dei tempi sovietici, della grandezza passata del paese”.

Dai documenti del ministero a disposizione di Meduza e dalle dichiarazioni delle nostre fonti nel ministero risulta che nel 2022 e nel 2023 è stato Bugaev a supervisionare tutte le “questioni sensibili”. Ad esempio ha firmato documenti sulla “ricollocazione” dei bambini provenienti dai territori occupati.

Alla fine di gennaio 2024 sul sito web del Ministero dell’Istruzione è stata indicata una nuova area di responsabilità del funzionario: ora è responsabile, tra le altre cose, del Dipartimento per lo sviluppo dei sistemi educativi dei singoli soggetti della Federazione Russa. “Sarà quindi responsabile dell’istruzione nei territori occupati”, ci dice l’interlocutore di Meduza nel dipartimento. “È un tema che oggi richiede una maggiore attenzione da parte dell’Amministrazione presidenziale”.

IL MINISTERO DEGLI ORFANI

Nel marzo 2023, il Ministero del Lavoro ha inviato al Ministero dell’Istruzione “una bozza di regolamento sulle attività dell’organo esecutivo federale nel campo del sostegno sociale alle famiglie con bambini, ai bambini in situazioni difficili, agli orfani e ai bambini rimasti senza cure parentali e infine alla prevenzione delle disfunzioni familiari”.

Meduza è riuscita ad ottenere questo documento. Dietro la formulazione macchinosa si riconosce l’idea di creare una nuova struttura federale – nella corrispondenza viene chiamata “Ministero”. “Nella lettera ci venivano chieste proposte sulla composizione del nuovo organismo, sui suoi dipartimenti e sulle sue responsabilità”, ricorda un interlocutore del Ministero dell’Istruzione. “Ci hanno anche chiesto come chiamare tutto in modo eufonico”.

Secondo due interlocutori di Meduza al Ministero dell’Istruzione, una fonte dell’amministrazione presidenziale e il responsabile di una organizzazione che lavora con i bambini, il progetto di un nuovo ministero è effettivamente in discussione. Secondo gli interlocutori del Ministero dell’Istruzione, il nuovo ministero è “spinto” da Anna Kuznecova, che è stata delegata presidenziale all’infanzia prima di Maria L’vova-Belova (è che è ricordata per una serie di dichiarazioni e iniziative estremamente conservatrici) per poi essere eletta alla Duma. L’8 dicembre 2023, durante il suo intervento al “Congresso russo dei servizi psicologici nel sistema educativo della Federazione Russa”, la Kuznecova ha affermato che nel paese “manca un’autorità che sia responsabile del bambino e della famiglia”. Uno degli interlocutori di Meduza che conosce la situazione la descrive così: “Dicono che questo “ministero degli orfani” sia stato creato per lei. Dicono che la Kuznecova sia molto insoddisfatta della sua attuale posizione: la Duma le risulta del tutto inutile. Ed è proprio questa la situazione: in Russia ci sono molti orfani e categorie di bambini socialmente vulnerabili. E tutti i bambini ucraini possono essere affidati alla Kuznecova – questo è lo scopo del progetto, a quanto ho capito. Assumere tutti gli organi di tutela e di custodia e l’intera politica statale sui bambini disabili”. Ora la Kuznecova, insieme alla Lvova-Belova (le due sono amiche di lunga data) e ai dipendenti del Ministero dell’istruzione, sta elaborando “una bozza di piano d’azione per l’attuazione della strategia per la sicurezza dei bambini”, secondo i documenti del Ministero studiati da Meduza. Una delle ultime iniziative della Kuznecova è la creazione di una commissione parlamentare per indagare sui casi di “gravi minacce e massicce violazioni dei diritti dei bambini da parte del regime di Kiev”. La funzionaria ha raccontato di uno di questi crimini nell’ottobre 2023: secondo lei, un certo orfanotrofio ucraino avrebbe “venduto” i suoi alunni “in cambio di organi” alla compagnia Coca-Cola, sebbene naturalmente non ci siano prove in merito.

La Kuznecova chiama i bambini ucraini in generale “ostaggi” (anche se non di Mosca, ma di Kiyv), e aiuta in ogni modo possibile a “velocizzare i processi” della loro adozione in Russia.

Gli interlocutori di Meduza vicini al Cremlino confermano: “Putin ha chiesto la creazione di un dipartimento per aiutare i bambini. Si è mosso su questo argomento. Questo è sempre positivo per quanto riguarda le pubbliche relazioni: La Russia si preoccupa dei suoi bambini”.

D’altra parte, la formazione di un nuovo dipartimento federale di questa portata richiederà molto denaro, che potrebbe non essere disponibile nel bilancio in questi tempi di guerra, secondo le fonti di Meduza che conoscono la situazione.

Allo stesso tempo, le figure pubbliche russe che lavorano con i bambini e che hanno parlato con Meduza sotto anonimato sono comunque scettiche. “Il Ministero degli Orfani” avrà bisogno di personale, di fondi e inizierà a formarsi. Cioè, avrà bisogno costantemente di nuovi orfani – dice uno degli intervistati – come un carburante per il sistema. Nascerà una sorta di “industria degli orfani”.

Dall’inizio della guerra, nelle scuole russe si insiste sulla necessità di “disarmare” l’Ucraina, formare una “identità civile russa” e “servire la madrepatria”. Gli stessi programmi vengono utilizzati nei territori occupati.

Tuttavia, i volontari russi che lavorano con gli ucraini trattenuti nella Federazione Russa non ne sono affatto preoccupati. Sottolineano che molti studenti russi, sotto l’influenza della propaganda, non sono in linea in linea di principio pronti a comunicare normalmente con gli ucraini, nonostante tutti i programmi di “indottrinamento” del Cremlino.

“Un ragazzo è venuto nella nostra scuola e ha detto: “Sono un cittadino ucraino e ne sono orgoglioso”. È stato picchiato e non è più andato a scuola”, racconta a Meduza un volontario sotto condizione di anonimato. Un altro ragazzo (di Mariupol) frequentava la nostra scuola e hanno iniziato a chiamarlo “Chochl” (termine spregiativo per “ucraino”). Ha tollerato la cosa fino a quando quelli che avevano iniziato le molestie si sono riuniti e lo hanno picchiato pesantemente. L’insegnante di classe se n’è lavato le mani e i genitori dei suoi compagni hanno detto: “Perché sei venuto qui? Nessuno ti ha chiamato”. E lui non è più andato a scuola.

Il responsabile del centro federale per l’adolescenza, Valerij Majorov, ha rifiutato di commentare. Maria Lvova-Belova non ha accettato di parlare con il corrispondente di Meduza del programma di adozione di bambini ucraini, affermando che “non si tratta di una questione urgente”. Larisa Falkovskaja, capo del dipartimento del Ministero dell’istruzione per le politiche statali nella sfera di protezione dei diritti dei bambini, ha chiesto che tutte le domande fossero indirizzate al servizio stampa. Il Ministero non ha risposto alle domande di Meduza.

Lilja Japparova

https://meduza.io/feature/2024/03/11/oni-mogut-nachat-protivodeystvovat

Traduzione di Matteo Deisori Proietti