Aleksandr Charičev e la definizione di un’ideologia di Stato in Russia

Alberto Masoero

Codice della civilizzazione "Russia"

Fin da quando, nel 1993, la Costituzione della Federazione russa vietò la formulazione di una ideologia di Stato – un po’ come in Italia fu vietata la ricostituzione del Partito fascista e l’apologia della sua ideologia dopo la seconda guerra mondiale – vi è stato un lungo, interminabile susseguirsi di tentativi per riempire questo vuoto ideologico in qualche modo, facendo ricorso alle ispirazioni teoriche e alle formule verbali più diverse e cangianti, dentro e intorno alle istituzioni in cui si esercita il potere effettivo[1].

La ricerca di una «politica della cultura di Stato» è iniziata intorno al 2008, senza però mai approdare, almeno finora, a una versione davvero conchiusa, una ortodossia sistematica e ufficiale. Ha assunto la forma di una discussione permanente su «chi siamo noi, russi», «che cosa ci distingue dagli altri», con il valore duplice di una autodefinizione pensosa e insieme della ricerca di formule politiche adatte a mobilitare la società e a «consolidarla» intorno al potere. Il dibattito è oggi piuttosto vivace in un ambiente a cavallo tra i massimi organi dello Stato e gli intellettuali più vicini al regime[2].

Il testo di Aleksandr Charičev qui tradotto merita attenzione perché è un intervento che proviene dal cuore stesso del potere, l’Amministrazione presidenziale, il vero governo della Federazione russa. L’autore vi ha collaborato fin dal 2001e ha fatto carriera all’ombra di Sergej Kirienko, alto funzionario che oggi ha il compito di plasmare la politica interna nei suoi aspetti più diversi, dalla «gestione» delle elezioni presidenziali e locali al reclutamento dei quadri, dalle politiche di indottrinamento della gioventù al controllo di media e social networks.

Charičev occupa oggi la carica di dirigente della «Amministrazione del Presidente della Federazione russa per le questioni del monitoraggio e dell’analisi dei processi sociali», per certi aspetti paragonabile a un dipartimento responsabile per l’elaborazione ideologica. Il suo articolo è interessante anche perché non proviene da un politologo di regime o dal mondo accademico, ma da un personaggio che si è formato nel mondo militare e, in particolare, della psicologia applicata alle scienze militari[3]. Una forma mentis in sintonia con l’impostazione intellettuale di quel circolo dei «metodologi» intenti a «costruire il pensiero collettivo» da cui proviene lo stesso Kirienko[4]. Il testo che segue può essere letto come un prodotto, non sappiamo quanto definitivo, di questa incessante costruzione di vocaboli e miti collettivi al massimo livello dello stato russo.

[1] La ricostruzione più completa, una vera enciclopedia della galassia di filoni del pensiero politico che ha accompagnato il consolidamento del regime putiniano, è Marlene Laruelle, Ideology and Meaning-Making under the Putin Regime, Stanford, Stanford University Press, 2025.

[2] Si veda, tra i tanti, il progetto Lidea–sogno russa e il Codice del russo nel XXI secolo, sotto la guida del Consiglio della politica estera e di difesa, oltre che della Facoltà di economia e politica mondiale della Scuola superiore di economia: «Da molti anni ormai, nel Paese si discute sempre più della necessità di creare e introdurre nella società una piattaforma ideologica comune, che serva da filo conduttore per la costruzione dello Stato, lo sviluppo sociale e personale, e l’adesione alla quale costituisca uno dei criteri più importanti per la selezione dei cittadini nell’élite di governo del Paese.», Živaja ideja–mečta Rossii. Kodeks rossijanina v XXI veke, «Sovet po oboronnoj i vnešnej politike», 11 luglio 2025, https://svop.ru/projects/rossijskaya-ideya/65079/

[3] Laureato in scienze militari e in psicologia, dal 1996 al 2001 ha diretto la sezione di «supporto morale e psicologico» nel centro di scienze strategiche del Ministero della Difesa russo. Si veda la biografia ufficiale Charičev Aleksandr Dmitrievič, TASS, https://tass.ru/encyclopedia/person/harichev-aleksandr-dmitrievich

[4] Adriano Roccucci, La scuola metodologica di Mosca, «Limes», 2024, n. 1, pp. 199–216.

Aleksandr D. Charičev

La civilizzazione «Russia»

«Possiamo affermarlo con assoluta certezza: la Russia è una civiltà unica al mondo»

V. V. Putin, Presidente della Federazione Russa

Viviamo in un’epoca di cambiamenti globali, mentre sotto i nostri occhi si sta formando un nuovo ordine mondiale. In questo periodo tanto complesso e significativo, la Russia sta rafforzando in modo costante la propria sovranità politica, economica e tecnologica. Oggi però diventa altrettanto importante la sovranità dei valori: la capacità dello Stato e della società di stabilire e difendere in autonomia uno specifico sistema di valori, quello che costituisce la base della nostra identità.

Senza un’idea chiara della Patria, delle sue caratteristiche fondamentali e dei principali passaggi storici, è difficile trovare soluzioni ai problemi più urgenti della Russia e costruire un’immagine del nostro futuro. Per questo è necessario capire come si è formato il codice su cui si fonda la civilizzazione «Russia».

La storia del nostro Paese ha più di mille anni. La Russia è sempre esistita come una civiltà particolare, diversa dai Paesi occidentali e da quelli orientali. Questa «particolarità» non significa che essa sia migliore o peggiore di altre: la civiltà russa ha seguito il proprio percorso storico e possiede caratteristiche uniche. Nella sua essenza essa combina in modo organico principi politici e socio-culturali: da un lato il suo assetto socio-politico definisce il codice della sua civilizzazione; dall’altro l’originalità di tale civilizzazione si esprime in una particolare tradizione di statualità.

Uno dei fattori che hanno influito sulla formazione della civilizzazione «Russia» sono state le condizioni geografiche. Gli immensi spazi che i nostri antenati hanno colonizzato hanno letteralmente imposto una «scala» di pensiero e determinato la specificità dello sviluppo del Paese.

Nell’XI secolo il territorio della terra russa era il più vasto d’Europa, e nel XVIII secolo la Russia divenne il più grande Stato del mondo, estendendosi su due continenti e tre parti del globo: Europa, Asia e Nord America.

La superficie dell’Impero Russo raggiunse i 16 milioni di chilometri quadrati, e all’inizio del XX secolo il suo territorio era aumentato fino a 22,4 milioni di chilometri quadrati. La necessità di controllare spazi così vasti ebbe un’influenza notevole sul corso della storia nazionale.

La nostra terra è un deposito di risorse di proporzioni mondiali, una vera e propria Arca dell’umanità. Per questo i suoi territori hanno sempre richiesto politiche di colonizzazione e difesa dai nemici che per secoli hanno cercato di impadronirsi delle ricchezze del Paese.

La posizione geopolitica della Russia, al confine tra Oriente e Occidente, ha influito in modo significativo sul suo sviluppo in molti ambiti: nella cultura e nella vita quotidiana, nell’organizzazione dell’esercito e nei principi di governo dello Stato, nell’economia.

La Russia ha recepito influenze culturali e politiche da entrambe le parti, adattandole alle proprie condizioni, e si è fatta ponte importante tra Occidente e Oriente: un luogo dove si sono incontrate due diverse visioni del mondo.

A proteggere quelle influenze da conflitti distruttivi ha contribuito proprio la civilizzazione «Russia» e la sua capacità di trasformarsi da ponte a barriera protettiva tra due diversi ambiti di civiltà. È in questo modo, proprio grazie all’unicità della cultura russa, che due diverse rappresentazioni del mondo si sono intrecciate.

Le condizioni naturali e climatiche — dal permafrost del nord fino alle steppe e ai deserti del sud — hanno avuto anch’esse un ruolo chiave nella formazione della civilizzazione «Russia». La natura stessa richiedeva dalle persone una capacità unica di adattamento e l’abilità di utilizzare in modo efficace le risorse anche nelle circostanze più difficili.

Grazie alla colonizzazione di nuovi territori e alla conquista di orizzonti inesplorati, tra gli abitanti si sono sviluppati atteggiamenti di apertura, sostegno reciproco e spirito di sacrificio. Questi tratti sono diventati la base per la formazione di comunità sociali solide, capaci sia di resistere a minacce esterne sia di mantenere l’armonia interna.

Un altro fattore importante che ha determinato l’unicità della civilizzazione «Russia» è la sua diversità etnica. Fin dalle sue primissime origini lo Stato russo fu multinazionale, garantendo la convivenza paritaria di tutti i popoli che vivevano entro i suoi confini.

Nel XVIII e XIX secolo nel nostro Paese vivevano più di 100 popoli, e nel XX secolo più di 190. Così, ogni popolo di questo «variopinto mosaico» ha dato un contributo alla formazione della nostra storia, della nostra cultura e della nostra statualità. Di conseguenza, in Russia si è formato un modo particolare di esistenza, diverso da quello individualistico occidentale: un tipo di vita collettivo e una visione del mondo fondata sul «NOI». Dal punto di vista storico questa nostra particolarità si è manifestata nella tradizione plurisecolare dapprima della obščina (la comunità contadina)  e poi dei collettivi di lavoro sovietici. Dal punto di vista filosofico, essa si è tradotta nell’idea di sobornost: l’unità spirituale tra le persone nella vita ecclesiastica e civile.

Nel corso di oltre mille anni, in Russia si è formata una particolare tradizione di statualità. Il ruolo guida nell’organizzazione della vita della società è sempre appartenuto allo Stato. Esso ha agito non solo come istituzione politica, ma come un nucleo spirituale in grado di unire uomini e donne intorno a sé e di essere l’impalcatura fondamentale della società. Da qui derivano alcuni tratti nella relazione tra lo Stato e la società: il paternalismo, l’orientamento all’unità di comando, la personalizzazione e la sacralizzazione del potere.

La struttura della civilizzazione «Russia»

Al centro della struttura della nostra civilizzazione si trova l’essere umano, come partecipe attivo della vita sociale. Egli non è soltanto un individuo, ma una personalità che contribuisce allo sviluppo della società. Proprio l’essere umano è l’elemento centrale della civilizzazione «Russia», l’attore chiave che porta la responsabilità della sua conservazione e del suo sviluppo.

La famiglia. Il ruolo più importante della famiglia è quello di garantire la continuità della vita della civiltà a tutti i livelli: biologico, sociale e culturale. È in famiglia che si trasmettono norme e principi, che si indicano modelli di comportamento; si assorbono letteralmente con il latte materno quegli ideali e quei valori che accompagneranno la persona per tutta la vita.

La società. Essa unisce le persone, creando uno spazio di scambio di idee. È proprio nella società che si forma la cultura della civilizzazione. La società stabilisce le norme etiche e morali che influenzano il comportamento e l’interazione delle persone, plasmano la loro visione del mondo e i loro orientamenti valoriali.

Lo Stato. Esso ordina la vita delle persone: governa l’intero sistema e ne mantiene la stabilità, regola le relazioni sociali dal punto di vista del diritto e garantisce la sicurezza del Paese, condizione necessaria per il normale funzionamento della civiltà.

Il Paese. Grazie alle sue caratteristiche naturali uniche e alla sua base tecnologica, esso crea le condizioni per lo sviluppo e la prosperità dello Stato. Risorse naturali, infrastrutture, industria e agricoltura costituiscono il fondamento per la conservazione e lo sviluppo della civiltà.

Il codice della civilizzazione «Russia»

La conservazione e lo sviluppo della civiltà si fondano su un codice unico: una sorta di raccolta di principi non scritti ma di grande importanza, che hanno superato la prova plurisecolare della storia della nostra Patria. Un codice che comprende valori spirituali e morali, tradizioni culturali ed esperienza storica.

Per rispondere alla domanda «Chi siamo?», è necessario considerare in che cosa la civilizzazione «Russia» si distingua dalle altre. A questo scopo si può utilizzare un modello vettoriale composto da cinque assi, sulle quali sono disposti i principi che costituiscono l’essenza stessa della nostra visione del mondo e che determinano il tipo del nostro pensiero e del nostro comportamento.

Il modello permette di comprendere come la civilizzazione «Russia» si muova incontro al futuro, conservando al tempo stesso le proprie radici storiche, culturali e spirituali.

Noi aspiriamo all’ideale. Cerchiamo sempre un fine più alto e il senso della nostra esistenza.

Per noi i valori spirituali sono più importanti dei beni materiali: abbiamo necessariamente bisogno di un obiettivo di livello superiore, talvolta irraggiungibile.

Scegliamo la fede, ponendo la spiritualità al primo posto. Le alte qualità morali formano i nostri orientamenti valoriali: il servizio, l’amore per l’uomo e il sacrificio.

Pensiamo per immagini, perché, com’è noto, «con la ragione la Russia non si può capire».

Talvolta ci impegniamo a costruire il Regno dei cieli sulla Terra, talvolta il comunismo, talvolta un’Europa che vada da Lisbona a Vladivostok.

L’obiettivo più alto di ciascuno di noi è il servizio: non un dovere imposto, ma una disponibilità interiore a compiere i propri obblighi verso la famiglia, la società e il Paese.

L’élite deve servire il popolo, l’attore lo spettatore, lo scienziato la scienza, il soldato la Patria. Questa formula sottolinea l’importanza del servizio nella nostra vita.

Noi, più di altri, siamo pronti a dare le nostre vite per obiettivi elevati, perché siamo profondamente convinti che il vero slancio verso l’ideale si raggiunge non attraverso la comodità, ma attraverso una dedizione sacrificale.

Noi cerchiamo di vivere secondo la «verità».

Il nostro atteggiamento verso la vita e verso gli altri si fonda sull’onestà, la giustizia e la coscienza.

I principi morali regolano il nostro comportamento ed esercitano l’influenza più forte, perché per noi conta di più lo spirito della legge, non la sua lettera.

La morale, e non la paura della punizione, è la nostra bussola interiore: ci aiuta a distinguere il giusto dallo sbagliato.

Non è un caso che il nostro codice culturale sia attraversato dall’idea «La forza è nella verità».

È una verità semplice, ma profonda, che conferma come, in un mondo in cui la menzogna e la manipolazione diventano talvolta una norma abituale, noi cerchiamo sempre un sostegno nella verità, come in un faro sicuro che illumina la strada.

Noi seguiamo la nostra strada. La Russia è un Paese con un proprio «Io».

In politica scegliamo uno sviluppo indipendente e il patriottismo, un atteggiamento attivo verso la nostra nazione, fondato sull’amore per la Patria.

Siamo aperti alla cooperazione, ma non tollereremo pressioni o tentativi di limitare la nostra libertà.

Per i cittadini della Russia, Patria e Madrepatria sono concetti sacri.

La Patria per ciascuno di noi assume l’immagine di una madre che custodisce il focolare familiare.

In diversi periodi storici — ieri la Grande Guerra Patriottica, oggi l’Operazione militare speciale — i nostri soldati hanno dato eroicamente e con abnegazione le loro vite per la Patria, senza separare i sentimenti di fedeltà alla Madrepatria dall’amore per la propria Madre.

Noi amiamo sinceramente la nostra Patria e sentiamo un fortissimo dovere verso di essa. Una persona diventa adulta quando comincia ad assumersi la responsabilità per sé stessa, per la propria famiglia e per il proprio Paese. È proprio per questo che il patriottismo è l’ideologia delle persone adulte.

Noi siamo orientati al collettivismo. Quando si tratta di stabilire cosa sia più importante — gli interessi personali o quelli collettivi — noi scegliamo lo spirito di squadra, la dimensione familiare e il multinazionalismo.

Al centro del nostro sistema di valori c’è la famiglia.

Tutti noi proveniamo dalla comunità: Nikolaj Berdjaev la chiamava sobornost, mentre i sostenitori del comunismo la chiamavano collettivismo.

Oggi dai nostri connazionali si sente dire, in modo particolarmente chiaro, sia al fronte sia nelle retrovie: «Noi siamo una grande famiglia. Noi siamo uniti quando la famiglia è forte e vive in armonia».

La Russia è un Paese di piccoli gruppi, una «famiglia di famiglie», dove la varietà dei popoli e delle culture si unisce grazie a un territorio comune, a una lingua e a una storia condivisi. In questo risiede l’unicità della nostra civilizzazione.

Questa idea ci unisce e ci ricorda che solo insieme possiamo superare qualsiasi difficoltà e raggiungere il successo.

Noi intendiamo la libertà come volja. Il nostro popolo apprezza la libertà, ma non la percepisce come permissività o assenza di limiti.

La nostra libertà è volja: la possibilità di compiere una scelta consapevole. Noi apprezziamo la libertà che nasce dalla volontà e la possibilità di scelta, che vanno di pari passo con la responsabilità per le proprie azioni.

Questo legame si riflette nel nostro carattere. Noi siamo costruttori, capaci di superare gli ostacoli, e la nostra adattabilità e il nostro pensiero non convenzionale aprono possibilità illimitate per realizzare appieno il potenziale della nostra civilizzazione.

Nei momenti difficili siamo in grado di unirci, mobilitarci e impegnare tutte le nostre forze per raggiungere una Vittoria comune.

Al centro del nostro codice vi sono principi fondamentali che costituiscono la base della vita della civilizzazione «Russia», e attorno ad essi si costruisce un sistema di valori.

È stato proprio questo sistema a sostenere la nostra identità lungo tutto il corso dello sviluppo storico. Questi valori sono solidi e non soggetti a influenze esterne: essi ci aiutano a trasmettere di generazione in generazione la nostra esperienza sociale e le nostre tradizioni culturali — e ci rendono ciò che siamo.

Le sfide della contemporaneità e le risposte della Russia

Oggi la Russia si trova ad affrontare gravi sfide esterne e interne, che richiedono risposte sistemiche e ponderate. Il nostro Paese possiede in questo un ricco patrimonio di esperienza storica. Il principale pericolo, capace di distruggere il Paese dall’interno, è la frattura valoriale, quando la società perde punti di riferimento spirituali e morali comuni. Gli Stati occidentali cercano attivamente di imporre ideologie transumaniste e postumaniste, in contraddizione con il tradizionale modo di vita e con lo stesso codice della civilizzazione «Russia». Sotto le vesti di «libertà» e «progresso», ci viene proposto di rinunciare alla sovranità e al nostro stesso «Noi».

Il Presidente della Russia, Vladimir Vladimirovič Putin, lo ha sottolineato più volte: la Russia può esistere soltanto se è forte, altrimenti non vi sarà alcuna Russia. Questo vale anche nel contesto delle nostre scelte spirituali e morali. La nostra risposta è la conservazione, la difesa incrollabile e il sostegno dei valori spirituali e morali tradizionali: il patriottismo, il rispetto della storia, la continuità tra le generazioni e la coesione.

Tale compito si realizza attraverso un’educazione sistematica della giovane generazione di patrioti, che amano il loro Paese e sentono la responsabilità per il suo destino. È proprio per questo che nelle scuole cantiamo l’inno nazionale, svolgiamo i «Colloqui sull’essenziale» e portiamo avanti progetti su vasta scala, che formano nei giovani il senso di orgoglio per la propria patria.

La Russia è un Paese unico, multinazionale e multiconfessionale

Per secoli abbiamo imparato a vivere in pace e nel reciproco rispetto, ma oggi i nostri avversari cercano di sfruttare il terreno nazionale o religioso per alimentare conflitti. Tentano di imporci l’ideologia del multiculturalismo, in cui i popoli tradizionali della Russia si trovano di fronte a una compressione dei propri diritti culturali.

Dall’altro lato, vediamo come vengano artificialmente fomentati i conflitti tra migranti e popolazione locale, come si diffondano idee di separatismo. Questi processi minano le basi della nostra unità e concordia, perché non c’è nulla di più distruttivo per la Russia del nazionalismo. La nostra risposta deve essere una forte identità civica, fondata sul rispetto e sull’accoglienza della diversità nazionale e culturale. La Russia, da tempo immemorabile, riconosce il valore di ogni popolo e di ogni confessione: questa diversità è il nostro patrimonio comune.

Una delle minacce più gravi per qualsiasi Paese è la perdita dellunità interna

Gli esempi storici del Periodo dei Torbidi e delle rivoluzioni del XX secolo mostrano chiaramente che, quando la società si spacca, la statualità viene messa in pericolo. Le contraddizioni possono essere di qualsiasi natura — socio-economiche, politiche, spirituali e morali — ma il risultato è sempre lo stesso: un Paese diviso diventa una facile preda per gli attori esterni. L’esperienza storica ci insegna che l’unico baluardo affidabile contro tali scenari è il principio del «Noi».

Quanto più numerose sono le persone coinvolte in questo «noi» comune, nella squadra della Russia, tanto più forte è la nostra società e tanto più difficile è distruggere il Paese. Una situazione in cui la diversità di vedute non porta all’ostilità, ma diventa un fattore di sviluppo.

Il basso tasso di natalità rappresenta una minaccia particolare per il nostro Paese. Già oggi ci troviamo spesso a fare i conti con la carenza di forza lavoro e in futuro ciò potrebbe portare ad una condizione in cui vaste aree del territorio saranno insufficientemente popolate e difese.

Su incarico del Presidente della Russia vengono adottate misure di sostegno alle famiglie, come il capitale materno, i mutui agevolati, sussidi speciali e altre iniziative volte a rendere la vita delle famiglie numerose più confortevole.

Per noi i valori familiari e la natalità elevata sono la via naturale di sviluppo della società, una norma sociale.

La famiglia e i figli sono la base del futuro: senza di essi non è possibile né la leadership tecnologica né quella economica. In fin dei conti, nel XXI secolo vincono quei Paesi che dispongono di un potente capitale umano.

Il mondo contemporaneo vive una massiccia espansione della cultura del consumo, in cui l’uomo si trasforma in semplice soggetto del consumo. È la via verso l’atomizzazione della società, quando l’«Io» finisce per sostituire del tutto il «Noi».

La nostra risposta è la diffusione dell’idea del servizio.

Perché la vera élite non si forma sui successi individuali, ma sulla capacità di sacrificare gli interessi individuali per il bene comune.

La politica statale oggi sostiene con coerenza questi principi, educando la persona non come un «biobot-consumatore» ma come un cittadino attivo, creativo e responsabile, le cui azioni si fondano su sincerità, fiducia e amore. Il futuro della Russia dipende in larga misura dalla nostra capacità di sostituire il concetto di «servizio ricevuto» con quello di «servizio reso».

Nel corso della sua storia, la Russia si è sempre trovata di fronte a sfide drammatiche, ma ogni volta è uscita dalle prove più forte e più unita. La nostra principale risorsa sono le persone, unite da valori comuni e pronte a sacrificare molto per un obiettivo condiviso. Quando i cittadini si sentono parte di una grande squadra e comprendono che abbiamo qualcosa di più di un semplice passaporto e di un territorio comune, nessuna minaccia, né esterna né interna, può smembrare il Paese.

La Russia del futuro

Su questo sfondo, la domanda più importante è questa: che caratteristiche dovrà avere la nuova generazione per essere in grado sia di conservare questa straordinaria e unica eredità della Patria sia di dare un nuovo impulso allo sviluppo? La risposta è racchiusa in sette qualità fondamentali dell’essere umano del futuro, che affondano le radici nelle tradizioni profonde del Paese e aiutano a superare le sfide del presente.

Patriottismo.

Il russo del futuro ama sinceramente la Patria e si assume la responsabilità per il suo destino. Per lui il patriottismo non è un sentimento astratto, ma il desiderio consapevole di partecipare alle vicende del Paese, renderlo più forte e migliore.

Adesione al principio del «Noi».

In un mondo in cui i singoli sempre più di rado riescono ad avere successo, il russo del futuro comprende chiaramente che la forza nasce là dove c’è una squadra. Egli rispetta le opinioni e l’esperienza di colleghi, amici e compagni, apprezza l’aiuto reciproco e il sostegno.

Orientamento alla costruzione

Il russo del futuro non si accontenta del ruolo di spettatore esterno o di consumatore passivo.Vuole cambiare il mondo in meglio: attraverso l’innovazione, le scoperte scientifiche, la creatività o l’attività sociale. Il successo nel suo lavoro per lui è strettamente legato alla crescita personale e al contributo allo sviluppo del Paese.

Valorizzazione della diversità nazionale e culturale della Russia.

Il nostro Paese è una grande «famiglia di famiglie», in cui si intrecciano centinaia di popoli e culture. Per il russo del futuro il carattere multinazionale è una fonte di forza, capace di unire generazioni, tradizioni e punti di vista diversi in nome di un obiettivo comune: la prosperità della nostra Patria condivisa.

Salvaguardia e rafforzamento delle norme morali tradizionali.

Il russo del futuro vede nei valori spirituali ereditati dagli antenati un fondamento sicuro che tiene unita la società. Egli comprende la profondità delle tradizioni storiche della Russia, sapendo che la cultura della giustizia, della responsabilità e del rispetto per il prossimo costituisce l’ossatura della nostra civiltà.

Centralità dei valori familiari.

La famiglia è lo spazio in cui si forma il carattere, si apprendono le prime lezioni di sostegno reciproco e di rispetto per gli anziani. Il russo del futuro non aspira soltanto a costruire un matrimonio solido: egli considera la famiglia un sostegno sicuro e la base per l’educazione dei figli, delle generazioni future.

Adesione all’idea del servizio.

L’obiettivo più alto del russo del futuro è il bisogno consapevole di lavorare non solo per sé stesso, ma anche per la propria famiglia e per il proprio Paese. È la capacità di elevarsi al di sopra dei vantaggi individuali, di scegliere la via della solidarietà e della responsabilità. Il comune spirito di servizio dà senso ai nostri sforzi collettivi e rafforza l’unità della nostra civiltà.

Queste sette qualità — i pilastri interiori del russo del futuro — lo rendono portatore del codice della civilizzazione «Russia»: patriota per convinzione, capace di lavorare in squadra, di costruire e migliorare il mondo che lo circonda.

Egli apprezza e sviluppa la diversità nazionale e culturale, rimane fedele alle norme morali tradizionali, crea una famiglia solida e considera il servizio la più alta forma di autorealizzazione.

Sono proprio persone di questo tipo a diventare fonte di forza per il nostro Paese, conservandone l’originalità e aprendo la strada a nuove vette storiche.

L’essenza della civilizzazione «Russia» è radicata in questa sua caratteristica unica: l’unione, sul suo territorio, di milioni di persone legate dal rispetto reciproco delle tradizioni, delle religioni e delle culture, e soprattutto rivolte a un unico grande obiettivo — la conservazione e l’accrescimento del patrimonio spirituale e storico della Patria comune.

E se tale cammino richiede spesso impegno e spirito di sacrificio, è proprio esso a donarci un senso di orgoglio, di slancio interiore e di solidarietà. Conservando questo legame vivo tra le generazioni, formando famiglie solide e mantenendo un alto livello di cultura, acquisteremo una forza invincibile e potremo guardare con fiducia al futuro, trasmettendo alle nuove generazioni la grande missione di essere sostegno per il nostro Paese e per il mondo.

(Versione originale: Civilizacija «Rossija», in «Bloknot graždanskogo prosveščenija», 2025 n. 7)